Il casello A13 di Castel Maggiore non si farà

Il casello A13 di Castel Maggiore non si farà

Bene lo stop al nuovo casello A13 a Castel maggiore.

Ora si apra un vero percorso partecipato sull’Intermedia di Pianura. Le amministrazioni dell’area metropolitana di Bologna pretendano, all’interno del percorso del PUMS, l’implementazione  dei collegamenti di TPL e trasporto sostenibile con il capoluogo

L’associazione, che ne aveva richiesto ufficialmente lo stralcio da oltre un anno, esprime soddisfazione per la decisione di non realizzare il nuovo casello sull’ A13 aCastel Maggiore (BO).

“Come avevamo scritto nelle osservazioni per la procedura di VIA relativa al alla terza corsia del tratto A13 fra Bologna e Ferrara, inviate al Ministero dell’Ambiente a Marzo 2017 – sottolinea Legambiente – il nuovo casello avrebbe sottratto inutilmente suolo agricolo contribuendo a peggiorare le attuali criticità legate al traffico sia in termini trasportistici che di inquinanti atmosferici, senza portare benefici trasportistici”.

Già allora l’associazione proponeva di dirottare le risorse previste su un altro intervento infrastrutturale: la realizzazione di uno svincolo a livelli sfalsati del tipo “a trombetta”  (progettato in modo da prevedere il minore impatto possibile sul territorio) che consentisse di convogliare su assegnati percorsi le diverse direttrici di traffico nel nodo Trasversale di Pianura – Casello A13 Interporto, migliorando la viabilità stradale dell’area dove sono collocati i poli funzionali di Interporto e Centergross.

Ora, il futuro progetto relativo all’Intermedia di Pianura, che dovrà essere il risultato di un reale percorso partecipato, va ricollocato nella corretta dimensione di infrastruttura per il collegamento prevalentemente intercomunale, all’interno di una più ampia valutazione strategica della mobilità nell’area metropolitana bolognese, nella quale un ruolo centrale andrà attribuito al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.

Va sottolineato che il percorso di Intermedia di Pianura previsto nelle precedenti pianificazioni è costituito per ampi tratti da strade esistenti ,già oggi interessate da frequenti congestioni di traffico.La progettazione dovrà prevedere la misurazione sul posto, a partire dai tratti attualmente più critici, dei flussi di traffico, del rumore e della quantità di sostanze inquinanti dell’aria.

Andranno favoriti l’utilizzo delle piste ciclabili esistenti e la realizzazione di nuovi percorsi, prevedendo tutte le misure in termini di sicurezza e facilità di accesso che ne incentivino l’utilizzo con l’obiettivo di riequilibrio modale degli spostamenti, puntando ad aumentare la quota di TPL oltre che di spostamenti sostenibili.

E’ fondamentale – conclude Legambiente – che le amministrazioni dei comuni della cintura Bolognese chiedano, all’interno del percorso del PUMS, il rapido completamento delle opere previste per la mobilità collettiva; opere che devono essere accompagnate da una profonda modifica dei piani tariffari, destinando risorse economiche e tecniche adeguate al fine di colmare l’enorme ritardo, in termini di mobilità sostenibile, che l’area metropolitana di Bologna sconta rispetto ad analoghe realtà non solo d’Europa ma anche d’Italia.

 

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